Cosa fareste se poteste conoscere il futuro? Il fatto di poter sapere cosa accadrà domani in che modo potrebbe cambiare il vostro modo di agire oggi? Il tema, storicamente al centro delle più ardite fantasie umane, è stato il fulcro di racconti come “Minority report” di Philip K. Dick, da cui nel 2002 è stato tratto l’omonimo film di Steven Spielberg. Oggi, questo tipo di interrogativi non appartengono più solo alla narrativa letteraria e cinematografica di fantascienza, ma evidentemente anche alla più attuale discussione incentrata sulle nuove tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA).
Lo sviluppo di queste ultime, applicate all’esponenzialmente crescente quantità di dati a nostra disposizione, permettono già ora di teorizzare un domani non troppo lontano, in cui l’informazione sarà un flusso teso non più solo dal passato al presente, ma anche dal futuro al presente.
Nel mondo di domani, così impostato sulla modalità “feed forward”, potremmo, ad esempio, essere in grado di prevedere, o quanto meno di ipotizzare con ragionevole certezza, l’accadere di un incidente e quindi di intervenire, se non proprio evitarlo, quanto meno per contenerne il più possibile i peggiori effetti. Visto da un altro punto vista, conoscere oggi quelli che saranno gli scenari sociali, economico, politici ci aiuterò a prendere decisioni ed elaborare strategie davvero efficaci. Per le aziende ideare un’offerta di prodotti e servizi in grado di rispondere alle esigenze di clienti e consumatori sarà probabilmente più semplice.
L’Intelligenza Artificiale si può dunque considerare come una tecnologia “della predizione”: sensori ed algoritmi “smart” apriranno uno spiraglio sufficientemente grande per vedere i contorni di un mondo che ancora non è, ma che probabilmente sarà. L’approccio sarà dunque predittivo ed anticipatorio e non più solamente reattivo ed adattivo. Le macchine del futuro si preparano quindi ad essere non più solo enormi archivi per un sempre più esorbitante quantitativo di dati, ma veri e propri “oracoli” capaci di sollevare il velo di un altrimenti incerto futuro.
Abbiamo chiesto anche a Cosimo Accoto , Visiting Scientist del MIT e autore de “Il Mondo Dato” di rispondere alla domanda “L’AI è un business della predizione?” – Ascoltiamo in 1 minuto la sua risposta
Articolo di Nicoletta Ferrini